Dal 15 a 18 ottobre, il Joint Force Command di Napoli ha ospitato il workshop “Empowering Women in Leadership to improve Stability”. L’evento è stato promosso dal NATO Strategic Direction South HUB in collaborazione con FemWise, network dell’Unione Africana costituito per promuovere il ruolo delle donne nella prevenzione dei conflitti e mediazione.
Erika Monticone, organizzatrice dell’evento ed Engagement/Gender Advisor dell’HUB, ci spiega qualcosa su questa significativa iniziativa che ha visto la presenza di numerose personalità femminili provenienti da tutto il continente africano.
La volontà di rafforzare il legame tra la NATO e l’Unione Africana e il desiderio di puntare sulle donne.
E’ nato sotto questo duplice auspicio il training che ho guidato a Napoli. In particolare, puntare sulla nostra capacità di essere buone mediatrici e di possedere una visione più olistica dell’essere umano. Dobbiamo prendere atto – e all’interno della NATO c’è questa convinzione – che stabilità, sicurezza e pace potranno prosperare soltanto se le donne verranno incoraggiate a cooperare con i propri governi, le proprie comunità e, a livello internazionale, verranno coinvolte nella prevenzione dei conflitti e mediazione.
Il titolo del workshop esprime in modo chiaro il suo contenuto: rafforzare il ruolo delle donne nella leadership per promuovere la stabilità. La mia esperienza di donna e di Ufficiale della riserva selezionata dell’Esercito Italiano mi ha insegnato che ancora molte posizioni a livello decisionale sono occupate dagli uomini e che le donne sono poco rappresentate. Non sono una persona pessimista, anzi, ma purtroppo devo rilevare che nonostante il numero di donne stia lentamente aumentando, molte professioni rimangono ancora di dominio maschile. È necessario rafforzare realmente il nostro ruolo in primo luogo approfondendo la nostra expertise.
Il workshop ha riunito donne provenienti da tutta l’Africa, dal Lesotho alla Liberia, lo Zimbabwe, il Kenya, il Sud Africa, l’Etiopia, l’Uganda e la Tunisia. Tutte le partecipanti, individuate da African Union FemWise, erano donne che già occupano una posizione di leadership nel loro Paese alle quali però in pratica mancano quelle specifiche competenze per diventare mediatrici nei processi di pace. Per questo il workshop si è concentrato proprio su queste. Per questo la struttura del workshop stesso era molto dinamica e prevedeva il coinvolgimento concreto delle partecipanti attraverso delle simulazioni di ruolo e delle conversazioni guidate.
Per dare il senso del nostro lavoro vorrei ricordare alcune presenze e alcuni interventi particolarmente significativi. Quello di Betty Bigombe, donna di ferro ugandese, capace di far incontrare Capi di Stato e Ministri con i guerriglieri ribelli del Lord’s Resistance Army, o l’Ambasciatrice Soad Shalaby che ha ricoperto l’incarico di direttrice del Cairo Regional Centre for Training on Conflict Resolution and Peacekeeping in Africa (CCCPA), o Alicia Wairumu Nderitu, kenyota, mediatrice nei processi di pace e autrice di diversi libri sull’argomento. Tra gli ospiti Nima Elbagir, giornalista sudanese della CNN e pluripremiata corrispondente televisiva internazionale e Claire Hutchinson NATO Secretary General’s Special Representative for Women, Peace and Security.
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