Non ci sono scorciatoie per assicurare la convivenza pacifica tra gli Stati e i popoli del Mediterraneo.  L’energia e le capacità del neonato network delle donne mediatrici del Mediterraneo potranno certamente aprire canali alternativi e innovativi di dialogo e di riconciliazione.

La complessità delle sfide della regione impone un approccio olistico che, coinvolgendo tutti gli attori rilevanti, comprenda l’intero ciclo dei processi di pace, dalla fase della prevenzione fino alla ricostruzione post-conflitto. La mediazione è un elemento fondamentale delle risposte che le istituzioni locali, regionali ed internazionali devono riuscire a mettere in campo per garantire stabilità e pace nell’area. In questo contesto, il ruolo delle donne può rivelarsi cruciale per attuare processi di mediazione efficienti e inclusivi.

È per questo che WIIS Italy e l’Istituto Affari Internazionali hanno unito le forze per la realizzazione di un’iniziativa lanciata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) mirata a creare una rete di donne mediatrici nel Mediterraneo. L’obiettivo è quello di dar vita a una piattaforma di scambio e di collaborazione tra donne mediatrici o esperte di mediazione per offrire formazione, condurre attività di ricerca e divulgazione, portare avanti campagne di sensibilizzazione sulla necessità di un approccio di genere e di un’accresciuta rappresentanza femminile nei processi di mediazione.

Il progetto ha preso forma nel contesto della presenza italiana in Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in collaborazione con UN WOMEN e DPA, e nell’ambito dell’applicazione del terzo Piano d’Azione Nazionale su “Donne, pace e sicurezza” adottato dall’Italia per il 2016-2019. I primi risultati si sono visti il 26 ottobre a Roma, con l’evento di lancio del network presso il MAECI, al quale hanno partecipato più di 40 delegate provenienti da 24 Paesi del Mediterraneo. Nel corso dell’incontro, l’esperienza di donne che hanno fatto la differenza in contesti di crisi come la Colombia e la Siria ha ispirato le componenti  della rete, che si consoliderà sulla base di una Dichiarazione di intenti, di Principi fondamentali e di una roadmap che saranno adottati nelle prossime settimane. I prossimi due anni serviranno per testare la tenuta e l’impatto di questa esperienza innovativa di collaborazione tra professioniste delle istituzioni e della società civile in tutta l’area mediterranea, in raccordo con altre realtà simili create dai Paesi del Nord Europa, dall’Unione africana e da un progetto congiunto di Spagna e Marocco.